Forio, i tramonti più belli di Ischia

Il comune di Forio sorge su un promontorio della costa occidentale dell‘Isola d’Ischia ed è il secondo per popolazione ed importanza. Si distende al centro di due promontori, Punta Caruso (in località Zaro) e Punta Imperatore, tra spiagge ritenute le più belle dell’isola e nel verde metallico delle viti, che dal monte Epomeo digradano in uno scenario di incomparabile bellezza.

Questo paese, che oggi conta più di 17.000 abitanti, anche se ha una ricettività turistica molto grande, ha conservato in maniera sorprendente la sua atmosfera naturale. Non a caso essa è frequentata ed abitata da artisti, pittori, poeti, come si può rilevare dalle numerosissime dediche rilasciate alla proprietaria del caffè “Da Maria”, dove essi sono ed erano soliti incontrarsi ed intrattenersi.

A Forio, più che altrove, sono conservate le antiche tradizioni e consuetudini, il progresso non ha apportato molte variazioni alla vita dei suoi abitanti. Inoltre è l’unico comune che conserva intatto il suo centro storico con i vicoli, le chiese, le torri di avvistamento e i monumenti inalterati nella loro struttura.

Se Ischia è il centro commerciale dell’isola, Forio si può definire quello culturale. Negli anni ’50 fu centro internazionale per celebri uomini dello spettacolo (Luchino Visconti, Pierpaolo Pasolini, sir William Walton, Eduardo De Filippo, Liz Taylor e Richard Burton), della cultura (Elsa Morante, Alberto Moravia, Renato Guttuso, Auden, Pablo Neruda ), della politica (Pietro Nenni) e del jet-set (Jackelin Kennedy, Aristotele Onassis) e tanti altri.

CENNI STORICI

Fin dai tempi antichi, Forio si configurò come il centro più importante della parte occidentale dell’Isola d’Ischia, sia per la ricchezza delle acque termominerali che per la fertilità del suolo.

Secondo alcuni studiosi, i primi a insediarsi nella zona furono i Siracusani, che vi eressero anche un tempo dedicato a Venere Citarea, la cui memoria sopravvive nell’attuale denominazione della spiaggia di Citara. Ad essi sarebbero subentrati i Partenopei e poi i Romani. All’epoca di Giulio Cesare, i Siciliani, vantando diritti di discendenza dai Siracusani, vi si sarebbero ristabiliti.

La posizione stessa, tuttavia, rendeva questa zona soggetta alle invasioni e ciò spinse la popolazione, nel corso dei secoli, da un lato a erigere torri di difesa e dall’altro a spingersi all’interno verso luoghi più elevati.

Per quanto concerne il periodo medievale, le testimonianze storiche, pur scarse e frammentarie, concordano in genere nell’individuare piccoli centri abitati sparsi un po’ in tutta l’isola.

La struttura del borgo marinaro rispondeva inoltre all’esigenza di dotare l’insediamento di elementi difensivi contro le scorrerie dei corsari. Le incursioni, infatti, erano molto frequenti nel Quattrocento, tanto che nel 1433 Alfonso d’Aragona fece rafforzare le strutture fortificate del Castello e proteggere le zone più esposte dell’isola. La sola Forio contava ben nove torri.

L’epoca aragonese fu caratterizzata anche dalla concessione di privilegi volti a sottolineare la condizione di “terra libera” garantita dall’Isola d’Ischia. In questo modo , sia Alfonso che i suoi successori intesero dimostrare la loro benevolenza per la piacevolezza dei soggiorni di cui qui potevano godere, dedicandosi alla caccia e alla pesca. Tra i vari privilegi vi fu la concessione in proprietà di mezzo miglio di mare e di tutte le spiagge, i promontori e i lidi, da cui era possibile trarre ingenti guadagni concedendo tratti di mare a privati per l’impianto di tonnare. Una concessione che costituì per oltre tre secoli una delle maggiori risorse anche per gli abitanti, poiché l’autorizzazione alla pesca nel raggio del “mezzo miglio” comportava l’obbligo di vendere un terzo del pesce pescato a un prezzo stabilito, accessibile anche ai più poveri.

I documenti d’archivio relativi all’isola in epoca vicereale testimoniano la netta prevalenza assunta del centro abitato di Ischia, raccolto intorno al Castello, e da Forio. Quest’ultimo insediamento risulta frequentemente danneggiato dalle incursioni dei Turchi, ma intensa appare pure l’attività di ricostruzione, che contemplò anche un ampliamento del sistema difensivo, che nel 1588 contava ben dodici torri.

Risalgono a questo periodo la costruzione del nuovo Convento di San Francesco e l’ampliamento del Complesso di Santa Maria di Loreto. Le architetture religiose costituivano un punto di riferimento fondamentale, tant’è vero che gli spazi che si aprivano davanti agli edifici di culto erano utilizzati sistematicamente come luoghi di riunione.

Tra Sei e Settecento l’isola cambiò aspetto, con numerosi interventi che incisero fortemente sulla struttura architettonica e abitativa, ciò avvenne soprattutto per Ischia Ponte e per Forio, che a Berkeley, nel 1717, apparvero come “vere e proprie città”, dove sorgevano case signorili ispirate a un modello di “residenza urbana” che nel XVIII secolo aveva raggiunto una sobria eleganza.

Fra il XVIII e il XIX secolo, Forio entrò, come il resto dell’isola, nelle guide e, più in generale, nella letteratura del Grand Tour, finendo col divenire soggetto prediletto del vedutismo ottocentesco e meta costante, anche nel Novecento, di intellettuali e pittori. E in epoca borbonica l’Isola d’Ischia parve aderire ancora di più al clima culturale napoletano.

La soppressione degli ordini monastici durante il decennio di dominazione francese portò invece all’abbandono delle case religiose, che spesso mutarono destinazione, come il Convento dei Francescani, sempre a Forio, che divenne Casa Comunale.

Il terremoto del 1883 risparmiò la parte di Forio posta sulla fascia costiera, ma distrusse i nuclei interni come Monterone. E la successiva ricostruzione finì per coinvolgere anche altre zone comunali fino ad allora disabitate.

Nel 1925 Forio divenne capoluogo dell’omonimo mandamento in seguito alla suddivisione amministrativa dell’isola appunto nei due mandamenti di Ischia e di Forio; da allora il paese ha seguito in genere l’evoluzione dei centri maggiori dell’isola, dove all’economia agricola, basata essenzialmente sulla viticoltura, è andata subentrando una componente turistica sempre più marcata, soprattutto nei decenni successivi al 1950. Fondamentale si è rivelato, in quest’ottica, anche per Forio, il termalismo, cui si ricollega tanto turismo sia nazionale che internazionale.

Nonostante alcuni interventi effettuati successivamente al terremoto del 1883, Forio ha comunque mantenuto sostanzialmente integra la propria fisionomia, data da una commistione della più antica maglia medievale, fortemente ramificata, con gli ampliamenti dei secoli XVII e XVIII. La forte impennata edilizia dei decenni successivi ha invece introdotto notevoli elementi di alterazione e la grande colata di cemento ha in parte compromesso il tradizionale equilibrio tra centro storico e territorio. Nonostante ciò, l’aspetto urbanistico e il contesto ambientale di Forio si mantengono incontestabilmente molto gradevoli, sia per quel che riguarda più direttamente il centro storico, che per le spiagge e le località più interne.

COSA VEDERE

L’itinerario alla scoperta del centro storico di Forio non può che partire dalla Chiesa di Santa Maria del Soccorso. Per due ragioni: il Soccorso si trova a metà strada tra Punta Imperatore e Punta Caruso, i due promontori che “cingono” l’intero litorale foriano. La seconda ha a che fare invece con la storia e l’ambiente locale.

Infatti, proprio come Forio, la bellezza di questo antico convento agostiniano del ‘300 non è legata alla presenza di opere d’arte di particolare rilievo, né a dettagli architettonici di grandissimo interesse. È il contesto tutt’attorno che rende l’edificio stupendo. Soprattutto i colori: il bianco della facciata, il blu del mare, l’azzurro del cielo e il rosso generoso dei tramonti della costa occidentale dell’isola d’Ischia. E’ talmente vicina al mare che da lontano sembra galleggiare sulle onde: bianchissima, piastrellata di maioliche, non bisogna però aspettarsi di vedere uno stile deciso e perfetto, cioè uno stile unico: c’è qualcosa di gotico, un po’ di rinascimentale, un po’ di barocco.

La chiesa si erge infatti su un ampio terrazzo affacciato sul mare. Il sagrato presenta una doppia rampa di scalini disposti a semicerchio, con transenne decorate da antiche mattonelle maiolicate. La facciata segue la curva della volta a botte ed è sormontata, nella parte centrale, dal basamento su cui sorge la croce. Il portale ad architrave di peperino, interrompe col suo colore grigio il bianco della facciata. L’interno del tempio appare piuttosto spoglio, poiché l’unica decorazione è affidata a rustiche lesene corinzie e a modeste cornici che sorreggono caratteristici ex voto, costituiti da modellini di velieri. Sul lato sinistro si apre l’ampia Cappella del Crocifisso, con volta a crociera, chiusa da una balaustra di marmo con ringhiera in ferro. Il Crocifisso di legno che vi si conserva fu trovato in mare dopo una tempesta agli inizia del XVI secolo. Sulla volta, quindici Angeli-putti con chiodi, martello, tenaglie e corona di spine, simboleggiano il martirio di cristo. La Chiesa del Soccorso in origine era parte integrante di un antico convento agostiniano, fondato nel 1350 e soppresso nel 1653. Allora si presentava costituita dalla sola navata centrale, con abside priva di cappella e della svettante cupola dell’altare, realizzate rispettivamente nel 1791 e nel 1854. Dopo il terremoto del 1883 venne costruita una nuova cupola, di dimensioni più modeste.

a seconda tappa è alla Chiesa della Madonna Delle Grazie, altrimenti conosciuta come Arciconfraternita di Visitapoveri, la cui origine risale al 1614. Nel 1670 un incendio distrusse arredi e suppellettili. In concomitanza con i conseguenti lavori di riparazione, fu eseguita, all’interno dell’edificio, la delicatissima decorazione in stucco. L’oratorio presenta due facciate: una esterna, con un portale in peperino adorno di piccoli archi allineati, con frontone spezzato, nel cui centro è un ovale sormontato da un basamento che regge una croce in ferro battuto, e una interna, che si affaccia sull’atrio e reca, nella parte superiore, un’edicola fiancheggiata da due pinnacoli. L’interno dell’Arciconfraternita ha un’unica navata, piuttosto bassa, con stalli in legno tutt’intorno. Le lunette della volta a botte inquadrano sei ovali dipinti, impreziositi da decorazioni in stucco. Una cupola a scodella sormonta, in corrispondenza dell’altare, la parte terminale dell’edificio. L’oratorio raggiunse il suo più alto splendore nel Settecento. Il pittore Alfonso di Spinga, che fece parte della Confraterninta dal 1747 ricoprendo diversi incarichi, è autore degli ovali raffiguranti i Misteri della Madonna, dipinti tra il 1756 e il 1774 e posti in corrispondenza delle volte a botte. Nel 1791 furono completati la cantoria e il pavimento maiolicato, e nello stesso anno venne posto in opera anche l’organo.

Dopo la chiesa della Madonna delle Grazie, viene la Parrocchia di San Vito, il santo patrono di Forio. Anche la Chiesa di San Vito Martire si fregia del titolo di Basilica Pontificia ed è, in assoluto, l’edificio sacro più importante del comune. In sagrestia c’è la statua in argento e rame del Santo (non sempre visibile), realizzata sul disegno di Giuseppe Sammartino, una delle più importanti personalità artistiche del ‘700, autore del “Cristo Velato”, la meravigliosa scultura che si trova all’interno della Cappella dei principi San Severo a Napoli.

Altra chiesa interessante è la chiesa di Santa Maria di Loreto, risalente al 1300.  In chiesa, la prima cosa da fare è guardare all’insù. Il soffitto cassettonato è un richiamo evidente allo stile e all’architettura barocca, come pure il mosaico di marmi su fondo nero dell’abside maggiore.

Di fronte l’ingresso della Basilica di Santa Maria di Loreto c’è la Torre Quattrocchi, una delle torri di avvistamento che servivano ad annunciare l’arrivo dei temibili saraceni, in modo da dare il tempo alle donne e ai bambini di nascondersi e agli uomini di organizzare la resistenza.

In piazza Luca Balsofiore sorge la Chiesa di San Gaetano, la cui costruzione risale al 1655. La sua edificazione rappresentò il frutto concreto dell’intensa devozione dei marinai e dei pescatori di Forio, che a questo luogo di culto rimasero sempre profondamente legati, come dimostrano i numerosi ex voto, come modelli di barche e navi a vela del Settecento, che adornano i pennacchi della cupola.

E’ d’obbligo citare anche un’altra chiesa, non proprio centrale. Si tratta di un bellissimo santuario situato in mezzo alle vigne: Santa Maria del Monte. Solo una volta all’anno, l’8 maggio, questa chiesa isolata e circondata solo da modeste costruzioni si popola, in occasione di un pellegrinaggio che richiama molti fedeli in questo luogo rimasto immutato per secoli.

Ma Forio è anche il paese delle torri: se ne contano otto, altre sono nei dintorni. Avevano la loro importanza capitale per la popolazione ai tempo degli assalti dei “conquistatori”. La torre più famosa è il cosiddetto “torrione“, costruito nel 1480, nelle immediate vicinanze del porto, a pochi anni dalle terribili scorrerie del Barbarossa. Il torrione fu utilizzato nel XIX secolo come carcere; successivamente è stato adibito a museo e destinato ad accogliere le sculture e le pitture dell’artista foriano Giovanni Maltese. A pianta circolare, il possente baluardo s’innalza su tre piani all’interno di una fitta trama di edifici, tutti di notevole valore architettonico, tra cui il Palazzetto di vico Torrione, di origine settecentesca, ma ristrutturato nel 1865.

In località Zaro si trova la Colombaia è la storica residenza estiva del regista Luchino Visconti. Costruita tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900, in una posizione spettacolare e direttamente sul mare, fu acquistata da parte di Visconti, intorno al 1960 dal barone Fassini. La villa, tutta bianca, in stile moresco e neorinascimentale, è immersa in uno stupendo parco verde che degrada poi verso il mare. Acquisita a patrimonio pubblico, oggi è sede di una Fondazione che ha come scopo l’attività di formazione e specializzazione per le arti, il cinema e lo spettacolo. Si organizzano eventi culturali e progetti di valorizzazione a sostegno della cultura. Una parte della villa, funge inoltre, da museo dove è possibile ammirare, immagini, cimeli e documenti storici del grande regista.

Il museo contadino si trova presso la Casa Vinicola D’Ambra nella frazione di Panza. Grazie alla presenza di numerosi oggetti ed attrezzi agricoli è possibile ripercorrere le varie tappe dell’economia vitivinicola dell’isola dai Greci ai giorni nostri.
Vi è inoltre un punto per la degustazione e la vendita dei vini dell’azienda ed un piccolo locale adibito ad archivio storico. Le visite in cantina e ai vigneti sono guidati dal personale dell’azienda.

Nella zona di Punta Chiarito, a ridosso della baia di Sorgeto, vi è un sito archeologico di enorme importanza, quello di Casa Greca, simile a quello di Ercolano ma più antico di circa 700 anni. Vi è infatti una casa con tanti utensili ed attrezzi, che testimoniano chiaramente la presenza dell’insediamento greco sull’isola. La casa è raggiungibile dalla frazione Panza, percorrendo circa 1 km a piedi o in auto, oppure dalla spiagga dei Maronti, con il servizio Taxi Boat.

Gli amanti della natura non possono perdere un giro ai Giardini La Mortella, sul promontorio di Zaro, creati a partire dal 1958 da Lady Susana Walton, la moglie di origine argentina del compositore inglese Sir William Walton. Nel 1956 Lady Walton chiamò il famoso architetto paesaggista Russell Page perché disegnasse l’impianto originario del giardino integrandolo fra le pittoresche formazioni rocciose di origine vulcanica. La Mortella è divisa in due parti: un giardino più basso, nella Valle, ed un giardino superiore sulla Collina terrazzato con muri a secco; si estende per un’area di circa 2 ettari ed ospita una vastissima raccolta di piante esotiche e rare, che viene arricchita di anno in anno; per varietà e ricchezza delle collezioni La Mortella può essere considerata alla stregua di un orto botanico. Tutto il giardino è disegnato con con gusto ed abilità, sfruttando al meglio il suggestivo ambiente roccioso ed i panorami sul mediterraneo, ed è arricchito da fontane, piscine, corsi d’acqua che permettono la coltivazione di una superba collezione di piante acquatiche come papiro, fior di loto e ninfee tropicali. Le varie zone del giardino sono connesse con viali, sentieri, muri a secco, rampe e scalette, che permettono ai visitatori di raggiungere la zona più alta dove si godono splendide vedute sulla baia di Forio. Nel giardino ci sono tre serre tropicali: la ‘Victoria House’, dove viene coltivata la Victoria amazonica, la Serra delle Orchidee ed il Tempio del Sole. Altri punti di interesse sono la Sala Thai, un luogo quieto per la meditazione immerso un’atmosfera orientale, circondato da fiori di loto, peonie, bambù ed aceri giapponesi; la Cascata del Coccodrillo, sempre nel giardino superiore, il cui corso d’acqua si snoda fra ulivi e agapanthus, il Ninfeo dal sorprendente disegno formale fra la vegetazione mediterranea, e la Roccia di William, dove sono custodite le ceneri del compositore. Il lavoro di Lady Walton nel creare questo giardino incantato è ben noto fra gli appassionati del mondo dei giardini e delle piante, al punto che un ibrido di orchidea nuovo ha ricevuto il suo nome: la Miltassia Lady Susana Walton può essere ammirata nella Serra delle Orchidee a Ischia.

Altro bellissimo esempio di biodiversità ed eco-sostenibilità è rappresentato dai Giardini Ravino che, dal dal 2013, fanno parte del APGI “L’Associazione dei Parchi e Giardini d’Italia” che opera in stretta collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.I Giardini Ravino sono un parco botanico di acclimatazione, che raccoglie in 6.000 mq la più vasta e varia collezione europea di piante succulente, messa insieme dal capitano Giuseppe D’Ambra in oltre cinquant’anni di passione e incorniciata dall’esuberante flora mediterranea. Ogni anno la raccolta viene arricchita di nuovi esemplari, provenienti da tutto il mondo, mentre quelli già acclimatati diventano sempre più maestosi: la prospicienza al mare e la felice esposizione a Ovest del nostro sito permettono infatti un’ambientazione e una crescita ideali per le piante esotiche e la luce del tramonto valorizza le forme scultoree e i contrasti di colore di oltre 400 specie vegetali.

Non bastassero le terme, le spiagge, il mare, le chiese, il centro storico, le vigne e i boschi ci sono anche i tramonti a rendere Forio quel che è: un posto bellissimo. Da un punto di vista paesaggistico e ambientale sicuramente il comune più interessante dell’isola d’Ischia. Certo, tramonti meravigliosi si ammirano anche a Casamicciola, Lacco Ameno e Sant’Angelo, però è giudizio unanime che i più belli sono quelli di Forio. È l’esposizione a ovest che premia la località, al punto da poter dire che il sole è sempre stato il principale alleato del territorio, anche prima dell’avvento del turismo. Nel resto dell’isola fa notte prima ed è questa la ragione per cui d’estate le spiagge di Forio restano affollate fino a sera. Fino al tramonto. Le spiagge o, in alternativa, il sagrato della chiesa del Soccorso dove ogni giorno decine e decine tra turisti e residenti aspettano che il sole si tuffi in acqua.

Con un po’ di fortuna il tramonto dal Soccorso regala anche il mitico “raggio verde”, sottile striatura di colore verde che si verifica quando il sole scompare dietro la linea dell’orizzonte. Questo celebre fenomeno ottico di particolare effetto cromatico, sulla sui spiegazione esistono opinioni discordi, è comunque considerato un segno beneaugurante.

LE SPIAGGE

A Forio vi sono le spiagge più belle dell’isola d’Ischia, caratterizzate da mare limpido, arenili con sabbia sottile e soprattutto un sole molto più intenso che in altre zone, che tramonta particolarmente tardi.

La spiaggia più nota è la spiaggia di Citara, situata nei pressi della omonima baia, zona particolarmente ricca di risorse termali con la presenza del noto parco termale Giardini Poseidon. La spiaggia presenta sia stabilimenti attrezzati in concessione ai privati, ma anche un tratto di spiaggia pubblica. La parte restante costituisce la spiaggia privata ad uso dei Poseidon. In zona sono presenti tantissimi hotel, ristoranti e bar ed è comunque facilmente raggiungibile sia in auto (con parcheggi custoditi) sia in autobus che arrivano proprio nei pressi dell’arenile. Quest’ultimo si presenta molto sabbioso e di colore chiaro, con fondali marini non troppo profondi ed acqua limpida. E’ una spiaggia frequentata sia da giovani che da famiglie e nei mesi estesi è affollata.

Poco distante si trova la spiaggia di Cava dell’isola, l’unica spiaggia completamente libera dell’isola d’Ischia, frequentata prevalentemente da giovani. L’arenile lungo quasi 500 metri è molto bello con spiaggia sabbiosa, fondali limpidi e mare cristallino. Per chi volesse affittare un lettino ed un ombrellino è comunque possibile da una dei due ristoranti presenti. Per mangiare vi suggeriamo il Ristorante La Capanna, dove poter gustare varie specialità: dalla pizza a piatti più complessi a base di pesce. Sulla spiaggia è presente inoltre un campo di pallavolo completamente libero a tutti, dove spesso si organizzano anche tornei. Vi suggeriamo infine di trascorrere una giornata intera a Cava dell’isola e magari godervi anche il tramonto che, (come per Citara poco distante) in questo particolare punto dell’isola è davvero spettacolare!

La spiaggia della Chiaia è molto frequentata dalle famiglie con bambini, soprattutto nei principali mesi estivi, si estende da dopo la baia di San Francesco, sino ad arrivare nei pressi del porto di Forio, a circa 300 metri dal centro.
Presenta una sabbia sottile, numerosi ristoranti bar e stabilimenti balneari, ma anche ampi tratti di spiaggia libera con possibilità di praticare sport acquatici e nautici.
E’ una spiaggia molto comoda e facile da raggiungere, in quanto la strada ed i parcheggi sono davvero molto vicini.

Ubicata nei pressi della frazione di Panza, la Baia di Sorgeto è un vero proprio paradiso termale! Vi sono infatti delle conche naturali nel mare dove sgorga l’acqua termale bollente proveniente da sottosuolo, che va a mischiarsi con l’acqua marina. Questo fenomeno fa si, che è possibile fare il bagno in mare, in acqua calda! Ciò rende possibile quindi, tuffarsi in tutti i periodi dell’anno ed anche quelli invernali. La baia di Sorgeto per questa particolarità, è meta ogni anno di migliaia di turisti, che in vacanza ad Ischia, non possono assolutamente perdersi la possibilità di vivere questa fantastica esperienza.
In estate poi, sono tantissimi che fanno anche il bagno di notte, anche questa un’esperienza dal fascino unico. La baia inoltre, non presenta sabbia, ma vi sono delle piattaforme che permettono poi di immergersi in acqua. Vi raccomandiamo, di munirvi sempre di pantofole e di evitare di camminare scalzi, viste le alte temperature. Vi segnaliamo infine che per raggiungere la baia si devono percorrere numerosi scalini e quindi, per chi ha problemi motori, potrebbe essere più stancante potervi arrivare.

La spiaggia di San Francesco è una bella spiaggia sabbiosa nell’omonima baia, sotto il costone di Punta Caruso. Presenta stabilimenti attrezzati con tutti i confort, tratti di arenile privati ad uso dei tanti hotels presenti in zona, ma anche uno spazio libero per tutti. Il mare è particolarmente bello e pulito ed i fondali sono sabbiosi e trasparenti.
Numerosi sono i bar e ristoranti e vi è possibilità di praticare molti sport nautici. Quest’estate a seguito del rinascimento degli arenili, la spiaggia è diventata ancora più grande ed è quindi meglio attrezzata ad affrontare l’affollamento dei mesi estivi.

COSA GUSTARE

In un’isola consacrata al benessere fisico e interiore non mancano certo le occasioni per gratificare il gusto in locali comparabili a centri di bellezza e salute del palato, grazie anche al fondamentale contributo d’ingredienti schietti e genuini.

Scoprire tutti i sapori dell’isola con il nostro approfondimento.

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