A pochi passi da Roma tra Cervara e Marano Equo

L’itinerario, abbastanza impegnativo per la sua lunghezza, consente di attraversare quasi tutta la Valle dell’Aniene e si spinge sino ai monti Simbruini ed Affilani. E’ un percorso variato, anche se prevalentemente montuoso, che sfiora le province dell’Aquila e Frosinone. E’ in grado di soddisfare i turisti che si interessano di arte e sono sensibili a suggestivi richiami religiosi, e che avvertono il fascino della montagna.

Imbocchiamo l’antica via consolare Tiburtina-Valeria sino ad Arsoli, superando la zona industriale romana, le cave di travertino, lo stabilimento termale delle Acque Albule, saliremo a Tivoli, sulle pendici dei monti Tiburtini, là dove la Tiburtina-Valeria si fa più stretta ed accidentata. In compenso il paesaggio diventa più mutevole: da un lato selvoso ed alpestre e dall’altro dolce per i colli coltivati. Per lunghi tratti seguiamo, tra il verde, il corso sinuoso dell’Aniene e ne scorgiamo in basso la valle ricca di vegetazione.

Ad Arsoli (km. 61) abbandoniamo la Valeria per prendere, a destra dell’abitato, una bella strada panoramica che percorre a mezza costa le verdi pendici dei monti Simbruini. Dopo 11 km di percorso ondulato, siamo a Cervara di Roma. Dalla rocca medievale si gode un vastissimo panorama che abbraccia i Monti Simbruini, Ernici e la vallata dell’Aniene. Cervara, arroccata sulle rupi con i suoi 1053 metri d’altitudine è, dopo Guadagnolo, il più alto paese della provincia. Proseguendo per la strada che sale alla montagna si raggiunge la località detta “Campaegli”, trasformata recentemente in zona residenziale.

Ritorniamo sulla rotabile, scendiamo al bivio e prendiamo a sinistra la strada che continua a scendere verso Subiaco. Dopo circa 8 km, voltiamo a sinistra e iniziamo a salire per circa 15 km fino a Monte Livata. Solo in alcuni tratti la strada si restringe e si impenna con pendenze che superano il 15%, ma per il resto l’ascesa è comoda, con ampi tornanti, e la sede stradale, sufficientemente larga, dà modo di apprezzare il bel paesaggio e di sostare nei punti panoramici.

Monte Livata (1400 metri) è un grande altopiano di circa 3.000 ettari, nella catena dei Monti Simbruini, che con gli ampi prati e le faggete, che nascondono molti villini, è in estate un balsamico luogo di frescura e in inverno il paradiso degli sciatori romani.

Si può proseguire in macchina, per una strada asfaltata che per 5 km si snoda tra facci, a Campo dell’Osso (m.1650) e proseguire per la strada che sale al Monte Autore (1853 metri) e godere di incomparabili panorami. La zona è ricca di selvaggina (lepri, starne, pernici) e di funghi. In inverno i vasti campi di sci e le piste con le sciovie ed i trampolini per il salto offrono, particolarmente a Campo dell’Osso, quanto di meglio possa desiderare chi ama lo sport della neve.

Discendiamo ora a Subiaco, che sorge su un colle isolato nella Valle dell’Aniene. Di grande interesse artistico e culturale, questa cittadina risale ai tempi di Nerone. Infatti, i resti della villa neroniana, sono ancora visibili presso il centro abitato. Molti sono i monumenti che testimoniano la storia del luogo: il ponte medievale, il ponte di S. Francesco, la Rocca Abbaziale, la Chiesa di S. Francesco, ricca di pregevoli dipinti del Sodoma, di Antoniazzo Romano, del Pinturicchio, di Giulio Romano. Ma la gloria e la fama religiosa ed artistica della Valle Santa, sono legate alla fede e alla operosità di S. Benedetto ed ai famosi monasteri. Il primo che si incontra è quello di S. Scolastica, con il campanile romanico, i tre meravigliosi chiostri e la ricchissima biblioteca. Poco oltre è quello di S. Benedetto, preceduto dal Bosco Sacro appoggiato ad una rupe strapiombante sulla valle. Le due chiese sovrapposte e ricavate nella roccia, gli affreschi che contribuiscono a creare una mistica atmosfera, la Grotta del Sacro Speco, richiedono una lunga sosta.

Lungo la strada per Jenne, scorgiamo i ruderi della villa di Nerone. E’ una stretta strada di montagna, con i segnali di precedenza per le autocorriere. Ma il paesaggio è molto bello: a destra in basso le gole dell’Aniene, a sinistra le pendici dei Monti Simbruini.

Dopo 11 km. ecco Jenne (834 metri), che per la sua pittoresca posizione ispirò al Fogazzaro alcune pagine del “Santo”. Dopo aver visto le sorgenti di acqua magnesiaca e le grotte che interessano gli speleologi, ci inoltriamo nella angusta valle del Fosso Simbrivio. La strada diventa più stretta, con brusche curve, a tratti incassate, dominata dai massicci di Monte Livata e del Monte Autore, ma assai suggestiva per le ampie zone di verde.

Dopo 12 km. si arriva a Vallepietra (826 metri), dove la strada termina. Il paese è in bella posizione, fra boschi di faggi, dominato dai Monti Simbruini ed Affilani. Per una strada carrozzabile si raggiunge il venerato Santuario della SS. Trinità (1337 metri), in parte scavato nella roccia, meta di devoti pellegrinaggi provenienti da tutta la zona. Siamo giunti all’estremo limite dell’itinerario verso l’Abruzzo ed ora ripercorriamo in senso inverso la strada.

Dopo una decina di km, ci inoltriamo sulla strada Arcinazzo-Trevi. Prendiamo a sinistra ed un alternarsi di curve e saliscendi ci porta ai suggestivi Altipiani di Arcinazzo (845 metri), una vasta conca carsica, con distese di prati, cinta dai monti Altuino, S. Michele e Scalambra.

Dopo aver percorso il lungo rettilineo che attraversa l’altopiano, su cui affiorano caratteristici denti di roccia, proseguiamo in discesa nella valle con alla destra i monti Affilani. Imbocchiamo poi a destra la strada che sale agli 831 metri di Arcinazzo Romano, che conserva ancora qualche vestigia medievale. La sua elevata posizione permette un’ampia visione sulla valle sottostante. Scendiamo, e subito dopo, per una diramazione sulla sinistra, siamo ad Affile, dove sono avanzi di mura romane. Chi ama la speleologia, può recarsi nell’Antro del Pertuso, ove scorre il torrente Carpena.

Riprendiamo a discendere; attraversiamo una galleria e subito dopo Subiaco proseguiamo per la via Sublacense nella stretta Valle dell’Aniene. All’altezza della chiesa della Madonna della Pace, ci inoltriamo per una strada che sale fra i noccioleti a Canterano. Si lascia la macchina per salire al caratteristico abitato che sorge sul ciglio di una rupe dominante la Valle dell’Aniene. Riprendiamo l’auto e continuiamo a salire fino ai 745 metri. di Rocca Canterano, che si arrampica sopra un’altura del monte Costasole e prende il nome dalla rocca eretta nel X secolo a difesa di Canterano.

Ripercorriamo ora in senso inverso la strada per discendere sulla via Sublacense, che serpeggia tra i pendii coltivali, e dopo circa 5 km, seguiamo la diramazione a destra che sale ad Agosta. Il paese, assai accogliente, prende il nome da una sorgente che Augusto incanalò nell’acquedotto dell’Acqua Marcia.

Ritorniamo sulla Sublacense e dopo 2 km ci dirigiamo, a sinistra, verso Marano Equo. Ai piedi della salita possiamo fare una puntatina, sono appena 800 metri, alle sorgenti di acqua minerale. Proseguendo invece per la salita, giungiamo a Marano Equo, dove possiamo visitare i resti di una rocca medievale per spingerci fuori dall’abitato sino a S. Maria della Quercia ad ammirare gli affreschi quattrocenteschi. Riprendiamo per la via Sublacense e, dopo 4 km, ci immettiamo sulla Tiburtina-Valeria che ci riporterà a Roma

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