La carne nella riserva delle Dolomiti

L’arrosto di capriolo servito con la marmellata di mirtillo rosso, gli spiedini di cerco, cosciotti di camoscio: le tavole delle Dolomiti e della vallate altoatesine in autunno profumano di selvaggina. Qui la caccia è un’antica tradizione, dal famosissimo Ötzi, che batteva questi sentieri più di 5.000 anni fa, fino all’imperatore Francesco Giuseppe, che nell’Ottocento impugnava il fucile mirando alla preda sui monti del Tirolo.

E qui ogni ristorante ha un po’ una storia da vantare, qualche trofeo di caccia alle pareti da mostrare ai suoi ospiti, ma soprattutto qualche specialità di selvaggina. Base ideale da cui partire alla scoperta enogastronomica della zona, Bressanone, città in Val d’Isarco, millenaria e influente sede di principi-vescovi, crocevia di artisti, filosofi e potenti. Un buon indirizzo dove dormire è l’Hotel Goldener Adler, la storica Aquila d’Oro, da cui esplorare i vicoli caratteristici, i portici, il chiostro straordinario del Duomo, i musei, le antiche chiese.

Da Bressanone si può raggiungere Velturno, per un pranzo al maso Glangerhof, a quota mille, con vista sulle Dolomiti, nonché con un allevamento di cervi. Da ammirare i soffitti a volte a crociera delle Stuben del maso, vecchio di 400 anni. In tavola, piatti e prodotti a base di cervo (tutto di produzione propria): dal gulash di cervo ai wurstel, fino agli affettati.

Inoltrandosi nella Val Pusteria, a Tesido, frazione di Monguelfo, si raggiunge Walde Alm, destinazione escursionistica ideale situata sopra Monguelfo in una posizione assolutamente tranquilla e soleggiata, immersa nella natura, a 1. 420 m sul livello del mare. Non è solo un posto per gustare tipiche pietanze, ma anche un luogo per trascorrere dei momenti rilassanti in due o insieme alla famiglia. Lo chef servirà tipiche pietanze fatte in casa, specialità tirolesi e piatti internazionali, raffinati con erbe fresche dal giardino. Godetevi l’atmosfera familiare nelle tipiche “Stuben” tirolesi, accoglienti e rustiche, per rendere il vostro soggiorno un’esperienza speciale.

Proseguendo in Alta Val Pusteria, e oltrepassando il Passo di Monte Croce, si entra nel settore veneto delle Dolomiti fino a Sappada, dove si parla un dialetto di impronta austriaca. In Borgata Hoffe, Laite è un ristorante eccellente per la cacciagione, in una casa tradizionale sappadina tutta di legno, risalente al Settecento.

In Cadore invece, a Vodo, lo storico Al Capriolo, della famiglia Gregori, ha una fama così consolidata da richiamare molti ospiti illustri della conca ampezzana. In tavola, quello che portano i cacciatori: pernici, beccacce, galli forcelli. Ma il piatto della tradizione sono i bocconcini di capriolo alla cacciatora con polenta e marmellata di cipolle o cavolo rosso: una delizia per il palato.

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