I borghi nella valle del Cervaro

Da sempre considerata “città di frontiera” per la sua vicinanza alla Campania, Bovino si adagia in posizione collinare tra boschi di querce e lecci che dominano la valle del Cervaro. Passeggiando nel quieto centro storico si può ammirare in tutta la sua bellezza e maestosità la Cattedrale di stile romanico-bizantino (VIII-IX sec.), con la facciata costruita in blocchi di pietra squadrati e il rosone raffigurante il Cristo Pantocratore.

I segni della dominazione normanna sono visibili nella Torre a Cavaliere, che sorge sui ruderi del Castello Ducale (XI sec.) con la facciata coronata da archetti pensili. Nel cortile primeggia una torre antica con orologio e la cappella che conserva un reliquiario d’argento con una spina che cinse il capo di Gesù durante la crocifissione, forse donata dai papi Gregorio XIII e Innocenzo VII. Da segnalare anche i resti di un acquedotto romano e la chiesa di San Pietro, costruita su un tempio romano dedicato a Ercole.

Una statua lignea della Beata Vergine di Valleverde, che apparve nel 1266 a un contadino di Bovino, è molto venerata nel Santuario di S. Maria di Valleverde, a tre km dal nucleo urbano.

Con una piccola deviazione si arriva a Deliceto, un piccolo borgo immerso nei boschi che nell’XI secolo fu feudo di famiglie come i Gentili, i Del Sangro e i Mirabello. Si può fare una breve sosta per vedere il Castello medievale e l’ex convento della Consolazione, risalente al Cinquecento ed ampliato nella seconda metà del Settecento da S. Alfonso Maria de’ Liguori. La chiesa parrocchiale a croce latina (XVII sec.) è rimasta incompiuta in molte parti. Al suo interno si conserva la croce reliquiaria donata da Papa Pio II alla comunità del XV sec.

Immettendosi sulla statale 161 (direzione Passo d’Orta) si incontra, dopo 20 km, l’area archeologica di Herdonia che sorge su una collina a sud-est della cittadina di Ordona. L’antico centro, portato alla luce dall’archeologo belga Joseph Mertens negli anni ’60, ha subito l’influsso di civiltà e culture diverse. Herdonia è, infatti, una delle più importanti e meglio note città antiche dell’Italia meridionale. La sua storia si sviluppa lungo l’arco di vari millenni: dai primi insediamenti di età neolitica alla nascita del centro dauno, dall’organizzazione della città romana alla sovrapposizione del villaggio medievale. Durante il periodo della Roma Imperiale divenne Municipio e funse da anello di congiunzione stradale tra la via Traiana e la via Eclanese e la strada che portava a Venosa. Dell’antica città sopravvivono le mura, i resti del ponte romano e della porta principale con le torri quadrate. Nella zona centrale si scorgono i resti di due templi, del foro, di una basilica e delle terme, quest’ultime portate alla luce recentemente. Ma la parte più affascinante è caratterizzata dai resti di una vasta necropoli e dell’anfiteatro, splendida costruzione a pianta ellittica di cui sono ancora visibili una parte dei sedili disposti a gradinate attorno all’arena.

Svoltando sulla statale 16 in direzione Canosa si giunge a Cerignola, situata alla sinistra dell’Ofanto e nel mezzo dei due tracciati autostradali di Bari-Nord e Bari-Napoli. L’insediamento urbano, noto per la famosa battaglia di Cerignola tra Spagnoli e Francesi (28 aprile 1503), si è sviluppato in fasi precise. Nel Medioevo il borgo fu recintato e dotato di castello e torri mentre nel XV secolo alla case contadine si affiancarono i palazzi signorili. Dopo il terribile disastro sismico del 1731, si procedette alla ricostruzione degli edifici distrutti e si verificò l’espansione al di fuori delle mura cittadine. A causa dell’aumento demografico ottocentesco, per accogliere i fedeli fu costruita su proposta del Decurionato la Chiesa a croce latina del Duomo, con la facciata ornata in stile neogotico e la cupola modellata su quella di S. Maria del Fiore a Firenze. Uno degli edifici più cari agli abitanti di Cerignola è quello del Teatro Comunale Saverio Mercadante che fu inaugurato nel 1868. Costituito in origine da tre ordini di palchi, dopo diverse ristrutturazioni, due ampi loggioni hanno sostituito i vecchi palchi. Infine, si segnala il Palazzo Coccia-Cirillo (1779) che fu scenario di avvenimenti locali come l’occupazione dei repubblicani e la sommossa in occasione dello sciopero generale del 1947. L’edificio suburbano, con corte interna e giardino chiuso all’esterno da case basse a un solo vano, si estende da corso Garibaldi a via Veneto.

1Il nostro itinerario si conclude nella deliziosa località balneare di Margherita di Savoia, che affaccia sul golfo di Manfredonia a metà strada tra Bari e Foggia. Le spiagge ampie e allo stato naturale, il mare trasparente e il clima mite fanno di questa città il luogo ideale per il riposo e la vacanza. Margherita è conosciuta per la sua salina, che con un’estensione di 20 km e una superficie totale di 4.500 metri è tra le più grandi d’Italia. Con questi impianti, si estrae il cloruro di sodio dalle acque marine che evaporando depositano i sali in esse disciolte. Fino al 1879 la città ebbe il nome di Saline di Barletta.

Nei dintorni sono da visitare, oltre all’area archeologico della colonia greca di Salapia, Torre Pietra e il Torrione, che sorgono lungo la strada statale 159 in direzione Manfredonia. La prima, denominata originariamente Torre della punta della Pietra, venne eretta nel 1568 e fungeva da postazione di avvistamento e segnalazione dei pericoli provenienti dal mare. Il Torrione aveva le stesse funzioni della precedente ma serviva soprattutto per contrastare il fenomeno del contrabbando. Nel 1889 quest’ultima torre fu ristrutturata e diventò sede del Comando della Guardia di Finanza.

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